Shai Maestro | The European Music Agency
The European Music Agency works on a national, European and worldwide level with many leading and influential figures on the jazz scene. We are headed by a dynamic and experienced team which is involved in every aspect of production, booking and publicity for all its contracted artist.
jazz, jazz scene, music agency, jazz artist
17016
portfolio_page-template-default,single,single-portfolio_page,postid-17016,bridge-core-2.3.3,ajax_fade,page_not_loaded,,vertical_menu_enabled, vertical_menu_transparency vertical_menu_transparency_on,qode-title-hidden,vss_responsive_adv,vss_width_768,qode-content-sidebar-responsive,qode-theme-ver-21.9,qode-theme-bridge,disabled_footer_bottom,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-6.2.0,vc_responsive

SHAI MAESTRO

Classe 1987 Shai Maestro, è uno dei pianisti più promettenti e di talento della sua generazione. Dal debutto con il suo trio nel 2011, Shai ha continuato sempre più a plasmare la sua musica di un’identità forte. Il suo trio è uno dei gruppi più potenti e armoniosi del jazz contemporaneo. Shai Maestro ha pubblicato cinque album dal suo debutto nel 2011. L’ultimo è The Dream Thief ed è stato pubblicato dalla storica etichetta ECM. Con lui vi sono alla batteria Ofri Nehemya e al basso Jorge Roeder.

La musica di Shai Maestro rifugge dalla struttura tradizionale del trio jazz. Abbraccia, invece, un repertorio in cui con il jazz convivono la musica classica e le sonorità della sua terra.

The Dream Thief

“Mille colori, mille sfumature inebrianti che declinano il verbo di Shai Maestro. La ricognizione sul piano trio nel jazz meriterebbe di andare a cercare con la lanterna di Diogene i vari apparentamenti: ma ciò solo se si è miopi, perché se è vero che il pianista israeliano conserva nella memoria il buon uso del trio, è altrettanto vero che lo conduce verso la sua casa, verso i suoi territori anche geo-etnici. E nell’album di debutto per ECM Maestro tira fuori tutta la sua grintosa poesia, il suo accademismo romantico ben misurato in passaggi d’ampio respiro, come nel solitario brano d’apertura My Second Childhood di Matti Caspi).

Incastra perfettamente la lezione europea e quella d’oltreoceano sciorinando un linguaggio personale e forbito, con una ritmica suggerita e magistralmente eseguita dalle note scandite di Roeder e dal fraseggio minimalista di Nehemeya (The Forgotten Village). I brani si susseguono con varietà di forma e di volumi, pur mantenendo fede a una sorta di linea Maginot che li tiene insieme.” (Alessandro Manitto su Musica Jazz)

“Expressions of joy, introspective thoughts and heightened intensity all come to the fore” – Downbeat Magazine